Io in pianura ci sono nata e ci ho vissuto per 30 anni abbondanti, fra Milano e Parma: "padana" dentro!
Per tutto questo tempo ho considerato la pianura "noiosa", priva di carattere: vuoi mettere guardare fuori dalla finestra e vedere il mare? O le montagne?
Adesso ci sono riuscita, vivo felicemente circondata dalle montagne ed è vero, è tutta un'altra cosa: ovunque ti giri basta alzare lo sguardo e sono sempre lì, enormi e immobili.
Anche in centro, imbottigliata nel traffico guardi sopra i tetti e puoi vedere un pezzo di neve , o di bosco che ti fa prendere un respiro.
Eppure quando torno in pianura, adesso che siamo stati lontani per un po', come le coppie in crisi, è tutto diverso.
La mia pianura mi sta addosso come il maglione che uso in casa: non bellissimo, usato tanto, ma comodo, con l'odore di casa, "mio".
E ho scoperto che io la pianura ce l'ho proprio dentro, nebbia compresa.
Viaggiando in macchina, me la guardo e me la riguardo con affetto e finalmente capisco cosa mi manca di lei: la possibilità di perdere lo sguardo e la mente.
Il movimento degli occhi è uguale al movimento interno, quello del pensiero: sulla montagna si infrange, è costretto a fermarsi e ad andare verso l'alto, a guardare la cima; in pianura scorre in profondità, non arriva mai fino "in fondo" e quello che sta dietro alla nebbia te lo devi immaginare.
Io sono così, i miei occhi non sono abituati a vedere immediatamente, non sono abituati a guardare verso l'alto, ma "al di là": questo movimento ce l'ho dentro, come la pianura.
Pulx, mi fa piacere quello che scrivi.
RispondiEliminaio sono una dei "padani" che, pur non spostandosi, la bellezza della pianura la sentono lo stesso.
e le radici sono le radici, non c'è niente da fare
Madame Renard, lo sai che scrivendo questo post ho pensato proprio a te e alla tua giraffina che guarda la nebbia?
RispondiEliminaPulx pensavo che tu avessi scritto questo bellissimo pensiero pensando allo zitrì in vista di un futuro spostamento tra le montagne ........
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